L’Alfa Romeo 75 ; la berlina premium sportiva che quando uscì dovette gestire da sola e su una base non più nuova, l’onere del settantacinquesimo compleanno di uno dei più nobili marchi in assoluto.
Testona ed anticonformista come da sempre sanno essere sia le Alfa Romeo che gli Alfisti, la 75 andava per la sua strada con soluzioni stilistiche tipiche del Biscione come la scritta del modello ripetuta sul cruscotto (ereditata dalla nonna Alfetta), l’accendisigari mimetizzato in una modanatura che usciva direttamente dalla plancia, interni orientati verso il conducente, cassetto davanti al passeggero nascosto sotto la mensola ed invisibile all’occhio meno esperto, soluzione in linea con quel design italiano che ancora detta legge in tutto il mondo. Il freno a mano, elemento più criticato, si discostava dagli schemi preconfezionati e passava dalla leva lunga alla manetta quasi da aereo, da impugnare orizzontalmente.
Linee squadrate e tese, all’epoca molto maschili, addirittura evidenziate dalle plastiche che con passare del tempo e delle versioni sono diventate fortemente caratterizzanti come sulla 2.0 TS ASN della prova.
Un cofano motore emozionante, Il Bialbero (o il Busso) in vista, ordinato e semplice, le scritte in italiano, i carburatori doppio corpo o i cavi che dallo spinterogeno vanno “in duplice filar” alle doppie candele Lodge. Doppie candele che proprio con il primo motore Twin Spark (quello della prova) faranno la storia del marchio.
Negli anni ’80 e ’90 la 75 era la macchina di chi sapeva il fatto suo. Era la scelta di chi “sapeva guidare” perché lei, con quelle linee tese e cattive, sulle strada umida non ti perdonava nulla. Era l’epoca in cui le auto non mettevano una pezza alle nostre mancanze; non c’erano nemmeno le centraline a dire il vero. Un cavo collegava direttamente il nostro piede destro al motore, lo sterzo e lo scarico erano senza intermediari come pure lo era chi la sceglieva. Quasi sempre uomo, come ad una compagna le dava le cure che richiedevano sia la sua preziosa e raffinata meccanica, sia la sua conduzione la quale richiedeva sì impegno, ma che ripagava con un gusto, un piacere che è, trent’anni dopo, ancora capace di riempire di passione la letteratura motoristica ed il cuore degli appassionati.
Grande articolo per un auto che ha lasciato il segno nel cuore degli Automobilisti con la A maiuscola ed ora nei ricordi. Un Mito .
Ciao, mi chiamo Massimo e come Luca del precedente commento sono stato un piede pesante dei fine anni 80 e 90. nell’85quando usci l’Alfa 75 ero un ragazzino di 14 anni ed e’ stato amore a prima vista. Purtroppo e’ rimasto un amore platonico per anni fino ad ora. Ho finalmente messo le mani su un’Alfa 75 1.8 ie che aveva tanto bisogno di cure e coccole ed adesso e’ in splendida forma e sa dare veramente emozioni di guida uniche ed esaltanti.
Alfa 75 forever