Può l’Alfa Romeo Alfa 6 essere una delle creature del Biscione più riuscite di sempre? Secondo me si, e in poche righe cercherò di spiegarvi il perché. Siamo in Molise, e si, il Molise esiste. Definire questa giornata di pioggia battente come uggiosa è riduttivo. Tra un caffè e qualche mordicchiata a un cornetto cerchiamo con Fabrizio di organizzare al meglio le nostre prove “congiunte”.

L’Alfa Romeo Alfa 6 è quasi arrivata, ed entrambi sappiamo che va celebrata nel modo giusto. Tempo di definire gli ultimi dettagli e siamo pronti. Ombrello in mano attendiamo con trepidazione il Biscione presidenziale e pochi secondi dopo il croscio della pioggia viene interrotto da un cupo latrato.

Alfa Romeo Alfa 6

Siamo faccia a faccia con uno splendido esemplare di Alfa Romeo Alfa 6 che il gentilissimo Antonello ci ha messo a disposizione. Non particolarmente larga l’italiana stupisce per lunghezza e design: è come osservare un’Alfetta sotto anabolizzanti. Tagliente nell’aspetto non sa nascondere le sue dimensioni ma riesce stranamente ad essere aggressiva e slanciata.

Alfa Romeo Alfa 6

ALFA ROMEO ALFA 6: LEI SI CHE É UNA VERA ALFA

Osservandola con più attenzione è facile scorgere tutti i punti saldi del marchio. Laddove l’Alfa Romeo Alfa 6 mi lascia un po perplesso è nell’interno. Di ottima fattura e ben organizzato, viene a mio avviso “sporcato” dal volante che ha un design che si amalgama male al resto della vettura. L’avrei gradito più classico e meno esuberante considerando l’armonia che regna tra radica e plastiche di buona fattura. Dettagli.

Alfa Romeo Alfa 6

Cambio ad H. Prima in basso. Temo in cuor mio di partire in seconda la maggiorparte delle volte ma fortunatamente mi abituo quasi subito. Questa Alfa Romeo Alfa 6 si lascia spingere da un possente 6 cilindri. 2500cc per 160cv che portano la firma dell’indimenticato ingegnere Giuseppe Busso. Un motore leggendario che come Fabrizio giustamente appunta, non è il migliore V6 del mondo, ma è uno di quelli che sa sempre farsi riconoscere.

Alfa Romeo Alfa 6

Guidandola si respira a pieni polmoni un fascino d’altri tempi. Nonostante l’età l’Alfa è precisa, bilanciata e svelta seppur leggermente rollante data la mole. Non è nata per le corse, ma per accogliervi nel lusso e nella comodità più totale senza rinunciare alle prestazioni. Il fondoscala a 220km/h la dice lunga sul suo caratterino. La seduta comoda e la frizione leggerissima vi metteranno subito a vostro agio, il resto lo fa un abitacolo curato e insonorizzato alla perfezione.

Alfa Romeo Alfa 6

ACCOGLIENTE, BEN RIFINITA E DI GRAN CARATTERE

Non uno scricchiolio, non un componente fuori posto, merce rara sulle auto moderne. A ricordarvi che sotto sotto al biscione del commendatore piace anche correre ci pensa il Busso. Borbotta sornione quando si sfrutta la sua coppia, ma quando alza la voce sembra non essere mai appagato. È uno di quegli aspirati che sa farsi ammirare sempre, ma vuole essere amato e goduto nella zona alta del contagiri.

Li il latrato dei 160cv diventa metallico ed è in grado di penetrarvi nel cuore manco fosse una freccia lanciata dal buon Cupido. Innamorarsi è inevitabile, e me lo conferma anche Antonello che a questa Alfa Romeo Alfa 6 ha dedicato tante cure e immensa attenzione.

Non voglio tediarvi oltre, il video saprà raccontarvi meglio tutto ciò che si prova al volante di questa bellezza. È un’Alfa Romeo da rivalutare. È un’Alfa Romeo atipica. È un’Alfa Romeo che sa davvero emozionare e coinvolgere. È un’Alfa Romeo Alfa 6.

 

Ermanno Ceccherini

Quando è tempo di presentazioni sono sempre un po’ perplesso. Presentarsi può essere una banalità, una prassi semplice e quasi automatica se la si fa istintivamente e senza troppi pensieri. Pensate a quando vi presentate con qualcuno e 10 secondi dopo nessuno dei due ricorda il nome dell’altro. Ma se la presentazione ha un significato più profondo e fa parte di una relazione che si spera essere poi duratura, allora le difficoltà salgono. Ed è questo il caso. Ma va fatta, e allora... Mi presento. Il mio nome è Ermanno è la prima cosa da sapere su di me è che ho un’insaziabile fame... di motori. Ricordo nitidamente il momento in cui questa mia passione è sbocciata. Ero lì, avevo poco meno di 3 anni, e le gambe di mio padre erano il collegamento tra me e una sgargiante Fiat Coupè 16v Turbo. Tenevo con forza lo sterzo tra le mani ed ero affascinato da quel mondo tanto vicino quando misterioso. Qualche anno dopo mi ritrovavo in sella alla mia prima motocicletta, una pitbike, di quelle che si mettono in mano ai ragazzini, e io, poco più che poppante mi troviamo nuovamente difronte a un amore incondizionato per qualcosa che non conoscevo. Sono bastati pochi metri per capire che anche il mondo delle due ruote faceva parte di me; altrettanti per rendermi conto che l’asfalto ha una consistenza tale da non lasciare scampo alla pelle. Primo giorno, prima caduta, primi incoraggiamenti da chi oggi mi guarda da lassù a risalire in sella. E così ho fatto. Da allora non ho più assaggiato l’asfalto, ma continuo ad assaporare il vento in faccia e quel senso di libertà che solo le due ruote sanno darmi. Una decina di anni dopo sono arrivati i 18. Li aspettavo con ansia ma solo perché sapevo che con loro sarebbe arrivata la patente. Tra le mani una MiTo con così pochi cavalli da far sembrare la Coupè una supercar, eppure la legge non mi permetteva di guidare altro. Gli anni passano, e oggi, che ne ho 26, di auto e moto ne ho viste e provate parecchie. Ho sviluppato nel tempo uno strano senso critico. E per critico non intendo tanto la capacità di giudicare quanto piuttosto una ingombrante vena polemica che spesso mi spinge a gettare fango sulle auto moderne. Sarà forse perché tra le mani ho sempre qualche intrigante youngtimer? Chissà, questa è un’altra storia. Questa è una parte di me, tanto altro lo leggerete nei vari articoli. Benvenuti su Piedi Pesanti !

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