Si torna a parlare di Alfa Romeo Premium e inevitabilmente gli appassionati iniziano a sognare. Secondo alcune indiscrezioni Jean Philippe Imparato, nuovo CEO di Alfa Romeo, avrebbe un piano per chiaro per il futuro del marchio italiano. Fin dagli albori di Stellantis Carlos Tavares ha esternato la sua ammirazione per i marchi dello stivale, sottolineando con forza che il nuovo maxi gruppo non deve creare modelli che si facciano concorrenza in casa. A tal proposito non sarebbe così assurda l’ipotesi di vedere in un futuro non molto lontano Alfa Romeo Premium.
Ciò sarebbe in contrapposizione con la produzione dell’Alfa Romeo Tonale (qui il link per le ultime news). Ma di fatto per il suv, si tratta di un progetto “firmato” FCA, quindi già in divenire quando Stallantis stava prendendo vita. Imparato avrebbe individuato una fascia di mercato da anni inesplorata per il marchio del Biscione e vorrebbe sfruttarla. Parliamo delle berline di segmento E premium. A suo dire Audi A6, Mercedes Classe E, BMW Serie 5 e simili, godono di una egemonia incontrastata. La pur bellissima Maserati Ghibli poco ha potuto nei confronti di questi mostri sacri. Maserati ha già dichiarato che al momento non è previsto alcun rinnovamento del seguente modello.
Alfa Romeo Premium deve colmare il vuoto lasciato da Maserati
Inoltre non bisogna dimenticare che il marchio modenese sta spingendo molto sulle sportive. La MC20 ne è un esempio, ma anche i muletti della nuova Granturismo confermerebbero questa intenzione. Così facendo non si correrebbe il rischio di una concorrenza interna e l’Alfa Romeo Premium potrebbero essere realtà gradita a Stellantis. Veniamo al dunque.
Le prime informazioni sfuggite ai rigorosi controlli di Stellantis parlano di una berlina premium che uscirà intorno al 2025. L’idea di fondo è quelle di sfruttare al massimo la “imminente” uscita della Tonale sul mercato per poi concentrarsi sullo sviluppo dell’Alfa Romeo Premium. Così facendo i reparti di sperimentazione avrebbero il tempo necessario per creare qualcosa di davvero esclusivo e performante. Qualcosa in grado di dare filo da torcere all’agguerrita concorrenza.
Sembra probabile l’utilizzo della già rinomata piattaforma Giorgio (vista su Giulia e Stelvio), che adeguatamente allungata e allargate potrebbe accogliere la berlina premium del Biscione. Per insidiare le tedesche però è necessario un prodotto che sia eccellente in ogni contesto. Non sono ammesse sviste sul design, sulla qualità degli interni, o sulla “modernità” dell’impianto di infotelematica. L’adozione della piattaforma Giorgio opportunamente modificata garantirebbe la classica dinamicità alla quale le vetture Alfa Romeo ci hanno abituati. Giorgio inoltre rappresenterebbe un passo avanti rispetto alle piattaforme PSA di cui si parla con insistenza.
Ispirarsi al passato per dominare il presente
È fondamentale replicare in grande ciò che Alfa ha fatto con le 164 e le 166. Ma senza dimenticare altre gloriose vetture che hanno fatto la storia del marchio del Biscione. A mio avviso sarebbe però un errore tralasciare l’ampia fetta di mercato che ancora offrono le Station Wagon. Accoglierei con gioia una Alfa Romeo Premium con la dicitura SportWagon e sono certo che molti detrattori del marchio potrebbero fare lo stesso. A supporto di questa tesi c’è sicuramente un certo astio nei confronti della Giulia, solo in versione berlina. E non sono da sottovalutare i numeri di vendita delle tedesche di pari segmento che nelle loro versioni Avant e Touring continuano a “raccattare” pubblico.
In definitiva non bisogna commettere gli errori fatti con la Giulia, sarebbe da “idioti”. Ho solo un dubbio che ancora mi attanaglia. Un’auto così prestigiosa, per produrre numeri interessanti, ha bisogno della fiducia del pubblico. Fiducia solo in parte riconquistata con Giulia e Stelvio. Affinché un’Alfa Romeo Premium raggiunga le case di clienti facoltosi (i prezzi non saranno di certo contenuti) è fondamentale instillare nella mente dei potenziali acquirenti la consapevolezza che stanno per mettersi in garage una vettura simbolo dell’eccellenza meccanica e tecnologica.
Ecco, proprio questo forse sarà il punto critico dell’operazione di Imparato. Convincere il mondo che Alfa Romeo non è morta, convincere i detrattori che le Alfa non sono delle Fiat ricarrozzate o peggio delle Peugeot rimarchiate.
Secondo te, tutto ciò sarà possibile?