E se arrivasse una nuova ammiraglia Lancia voi come la vedreste? La recente fusione tra FCA e PSA ha scatenato qualche ipotesi più o meno realistica. Una di queste vede come protagonista un’ammiraglia Lancia pronta a ripercorrere la strada di Thema e Thesis. Concretamente tutto ciò che stiamo per scrivere è frutto di fantasie e ipotesi di difficile realizzazione. Ma nell’ottica del “sognare non costa” continuiamo a fantasticare.
Alfa Romeo e Lancia continuano a far discutere. Se per Alfa è abbastanza normale considerando che ancora ha delle auto in listino, per Lancia questa è una novità assoluta. Le indimenticate “elegantone” italiane rievocano ricordi nei più anziani, affezionati al prestigio del marchio, ma anche nei più giovani cresciuti con il mito delle Delta Integrale. L’idea di una ammiraglia Lancia o Alfa Romeo ci è venuta osservando la DS9, la nuova ammiraglia made in France di cui vi abbiamo già parlato.
Una ammiraglia Lancia dal DNA francese
La sua imponenza in termini di dimensioni e la sua eleganza negli interni ci ha fatto subito pensare al marchio ormai decrepito di FCA. Nell’ottica di un possibile rilancio un’ammiraglia da tempo mancante nei listini italiani (Maserati esclusa) potrebbe giocare un ruolo chiave in termini di immagine. Ipotizzare un suv Lancia è più probabile, tuttavia ciò snaturerebbe il significato storico del marchio proiettandolo in una nuova (a nostro avviso) spirale discendente. Un’ammiraglia Lancia potrebbe raccogliere eredità importanti e tecnologie moderne. La DS9 infatti ha un pianale di ultima generazione perfettamente idoneo all’adozione di tecnologie ibride e trazione integrale.
Anche le linee della DS non sono poi così distanti dall’eleganza italiana e ciò significa che l’investimento potrebbe essere più contenuto del previsto. Tuttavia parliamo comunque di un’operazione di rebadging con tutti i rischi che ne derivano e le incognite che sorgono. Una su tutte: quanti sono disposti a comprare al posto di una Audi A6 “sedan” o di una Serie 5 una DS9? Probabilmente pochi, perché i 60 mila euro necessari sono una cifra importante. Allo stesso modo potremmo formulare la domande sostituendo DS9 con Lancia Thema/Thesis scoprendo a mio avviso che il risultato non cambierebbe.
Tempo fa avevamo analizzato la situazione su Youtube e quanto pare…
Parlando qualche tempo fa su YouTube di Lancia (qui YouTube , qui articolo) abbiamo scoperto che il marchio all’estero è praticamente sconosciuto. Sia ben chiaro, esistono degli estimatori ma sono pochi, e non sarebbero disposti a comprare una DS “ricarrozzata”. Ciò che manca davvero al mondo Lancia è una purosangue come quelle del passato. Continuiamo a sperare da anni in un rilancio del marchio e consci delle limitate capacità economiche del gruppo FCA lo facciamo ipotizzando “alleanze” con altri marchi.
PSA è l’ultimo tentativo (dopo Chrysler) di dare nuova vita alla Lancia, ma in virtù di quanto detto prima ciò potrebbe rivelarsi un fallimento completo. È impossibile inoltre pensare che dal nulla sorga qualcosa di nuovo, magari di esclusivo, capace di far risorgere la fenice dalle ceneri. Per capirlo basta dare un’occhiata a ciò che è successo con Alfa Romeo negli ultimi anni. Inseguire il mercato e il successo in nome di un imminente rilancio sta solo ritardando la rinascita del marchio, che di fatto fa registrare numeri molto limitati nonostante la paternità dei progetti.
La storia insegna che la Lancia made in Usa non ha convinto
Insomma un discorso molto complicato e di difficile interpretazione perché forse ormai è troppo tardi per sperare in qualcosa di diverso dal fallimento. Una ammiraglia Lancia rimane comunque un sogno, una possibilità, una speranza. Ragionando solo con il cuore questa soluzione sarebbe migliore di qualsiasi suv rimarchiato e commercializzato. Sarebbe superiore a qualsiasi Ypsilon pur longeva e combattiva che sia. Sarebbe un ritorno alle origini di un marchio all’avanguardia come pochi. Però nel mondo di oggi il cuore conta poco e la testa dice che purtroppo nulla di tutto ciò troverà riscontro nelle future politiche commerciali del maxi gruppo FCA-PSA.
Strano epilogo della presentazione per un pivello di soli 26 anni… di solito le yountimer piacciono a noi vecchi perché le abbiamo vissute come auto della nostra gioventù ed allora ci piacciono per il solo fatto che “ai miei tempi …quelle si che erano auto”. Ma se piacciono pure a te che non le hai vissute e guidate a suo tempo… forse davvero sono migliori e non solo pippe mentali degli ultra quarantenni.,
Caro Sandro ti leggiamo e commentiamo sempre con piacere, grazie per la fiducia. Leggendo il tuo messaggio mi stavo quasi offendendo per il pivello, salvo poi leggere il resto del messaggio e capirne il significato “affettuoso” (PS: sull’essermi offeso naturalmente scherzo). Detto ciò è vero, sono “giovane” e non ho avuto la fortuna di godere a pieno di quegli anni così significativi per quelle che ora chiamiamo youngtimer. Ho però avuto la fortuna di avere un padre molto appassionato che fin da piccolo ci teneva a farmi conoscere le auto che hanno cambiato la storia italiana e fatto dell’automobilismo un vanto tricolore. Forse proprio questa vicinanza che ho da sempre verso le auto del passato mi spinge ad apprezzarle più di molte moderne. Ho avuto l’onore di guidarne parecchie negli ultimi anni, e sono convinto che abbiamo un fattore chiave assente nelle auto dei giorni nostri: l’intimità. Con queste anziane si instaura un rapporto di rispetto intimo e profondo. Mi verrebbe da dire:”O mi conosci o ti schianti, non ci sono mezze misure”. Viviamo con le anziane un rapporto più umano e profondo di quello troppo digitale e “androide” che viviamo con le auto attuali. Non sono ancora quarantenne, ma posso giurarti che le “vostre” sono tutt’altro che pippe mentali. Grazie ancora e scusa per la lunghezza. A presto, Ermanno