“Armotia ha una sola grande sfortuna, essere italiana”. Con queste parole Luca e io abbandoniamo Antonio e Andrea, padri di un progetto innovativo e concreto come pochi. Li salutiamo dopo un pomeriggio passato in loro compagnia all’insegna del genio italiano. Si, perché Antonio e Andrea rappresentano questo: innovazione, idee, sacrificio. I loro “prototipi” ci hanno incuriosito così tanto da farci per qualche minuto dimenticare il fulcro della visita al loro stabilimento.
Da appassionato delle due ruote non posso che rimanere affascinato. Ho davanti ai miei occhi uno dei progetti più particolari degli ultimi anni. Un’idea divenuta realtà che porta il nome di Armotia Due R e Armotia Due X. Osservo con stupore l’attenzione riservata a queste creature dai loro padri. Apprezzo le loro linee, classiche quanto basta per far sobbalzare ogni nostalgico. Apprezzo le soluzioni ingegneristiche e i tanti dettagli. Sono al cospetto di due moto, completamente elettriche a due ruote motrici. Si avete letto bene, le Armotia Due sono delle 2WD.
Mai prima d’ora avevo provato qualcosa del genere, e mai prima d’ora avevo sentito così forte lo stimolo di saltare in sella e lanciarmi in un tratto sterrato di dubbia facilità. Questa visita di oggi purtroppo mi riserverà solo un piccolo giro, siamo stretti con i tempi e dobbiamo sfruttare al meglio i minuti che abbiamo a disposizione. Continuo a osservarle e riesco ad accostarle subito al mondo del motocross, quello vero, duro e puro. Mi aspetto un comportamento stradale poco piacevole per moto così specialistiche ma sto sbagliando.
Neanche il tempo di salire in sella e noto con stupore (nonostante l’altezza significativa) una piacevolissima distribuzione dei pesi. Sembra di avere tra le mani una bicicletta che all’occorrenza sa erogare una cospicua dose di potenza e adrenalina. Il sistema 2WD agisce quasi nell’ombra, l’ottima ripartizione della coppia si avverte in accelerazione quando la moto prende velocità senza il minimo sussulto. L’Armotia è infatti silenziosa come ogni altro veicolo elettrico ma ha una una fluidità e un controllo che non potevo immaginare.
Nel brevissimo giro pomeridiano ho toccato e assaporato l’esclusività che un veicolo del genere sa trasmettere. È piacevole sperimentare come in pochi attimi il suo carattere possa renderla affilata o sorniona. Il suo motore da 15 cv (11 kw) non impensierisce ma sa sfoggiare una discreta grinta quando gli si chiede il massimo. I 3 riding mode (Eco, Ride e Sport) sono selezionabili da un pratico selettore e in pochi istanti si passa nelle modalità più performanti senza scomodi sottomenù. Il tasto Boost inoltre concede qualche secondo di brio in più utilissimo per superare delle situazioni “delicate. Poco meno di 400nm di coppia fiondano rapidamente le Armotia a 80-90 km/h che per un 125 di questa categoria sono numeri di tutto rispetto.
A stupirmi piacevolmente è un’incredibile maneggevolezza, e una frenata decisamente poderosa che consente all’Armotia di rallentare in pochissimi istanti. Il design da classica “endurina” non deve però trarre in inganno. Tutto è estremamente moderno e tecnologico. Gruppi ottici full led, strumentazione digitale, centraline di controllo e ripartizione sono di ultima generazione e dialogano silenziosamente con chi è alla guida. Una chicca che i giovani apprezzeranno è rappresentata dalla strumentazione.
Si tratta infatti di uno Smartphone rugged di fascia alta opportunamente modificato dai tecnici di Armotia per trasformarsi in un vero e proprio computer di bordo bluetooth. Basta infatti alloggiarlo nella sua sede per dar vita alla magia. Magia che si rivela non solo estetica ma soprattutto funzionale. Lo smartphone infatti oltre a riprodurre le informazioni principali (compresa la telemetria) si trasforma all’occorrenza in una action camera capace di resistere alle situazioni più avverse. Con un click sul display touch si entra nella modalità fotocamera/videocamera che immortalerà le vostre evoluzioni e perché no, panorami che altrimenti non avreste mai potuto raggiungere con un veicolo tradizionale.
Non voglio anticiparvi nient’altro. Presto proveremo la Armotia DUE per un periodo più lungo e sono certo che ci piacerà ancor di più. Non vedo l’ora di mettere alla prova questo giocattolo italiano. Fremo dalla curiosità di provarla in condizioni “estreme” ma anche nel contesto cittadino dove la trazione 2WD potrebbe fare la differenza sui viscidi sanpietrini che popolano le nostre città. Un veicolo green dunque, capace di districarsi al meglio nelle condizioni più disparate assicurando sempre un’autonomia compresa tra i 100 e i 150km.
La riflessione iniziale che con Luca ci sentiamo di condividere è però il suo più grande limite. Un progetto simile avrebbe avuto vita facile se solo fosse nato in un’altra parte del mondo. Una Silicon Valley italiana purtroppo non esiste e sono certo che in America, la terra delle opportunità, sarebbe andata a ruba e avrebbe avuto un’eco pari a quello di molti progetti ben più poveri di questo. Antonio e Andrea sono consapevoli di quanto sia ambizioso e complicato andare avanti da questo “lato del mondo”. Tuttavia hanno le idee chiare e la forza di chi sa che ha tra le mani un progetto vincente. A loro va il nostro più grande in bocca a lupo, sperando prestissimo di poter nuovamente provare uno dei loro gioielli.
Linee veramente piacevoli e moderne, baricentro molto basso e centrale e questa novità del 2wd.
Non vedo l’ora di vederla in azione.
Così a prima vista posso pensare che abbia un po’ di sottosterzo e che 150/180 cm di autonomia siano simili alla autonomia di una cross/enduro due tempi.
Continuate così!