Ore 13:50. Dopo una mattinata al lavoro conquisto il mio posto a tavola e senza pensarci troppo do vita alla televisione.

La mia passione mi costringe a scegliere Italia 1, dove sta per iniziare Drive Up, un programma di motori che ben si sposa con l’hamburger che ho nel piatto.

Non sono uno spettatore assiduo, anzi, sarà la seconda o terza volta che mi imbatto mio malgrado in questa trasmissione.

L’anteprima di pochi secondi è gia di per sé un buon motivo per cambiare canale, ma resisto, confortato dalla mia voglia quasi primordiale di motori. Drive Up inizia, l’hamburger mi guarda perplesso consapevole che la mia attenzione è ormai rivolta altrove.

Primo servizio, un’auto Formula della DS (Citroen dunque Stellantis) totalmente elettrica. Non fa per me, non fa per nessuno e in ambito Motorsport emoziona tanto quanto un trofeo di bocce under 16.

Secondo servizio, una Toyota totalmente elettrica, presentata come auto tuttofare. Un crossover familiare che guarda con attenzione all’ambiente. Bene. Prezzo base poco meno di 60 mila euro. Beata la famiglia che può spenderli per un’auto del genere nel 2023. Toyota regina delle ibride costretta a questa pagliacciata.

Terzo servizio, nuovamente Stellantis, questa volta con Peugeot. Test drive della E-2008, suv totalmente elettrico che pur dandosi arie da pratico off-road non andrà mai oltre il marciapiede di qualche disgraziata città. 400 km di autonomia prima di cercare la prossima colonnina e ben 49 Mila euro come prezzo d’attacco. Anche qui, qualche perplessità.

Quarto servizio, è il turno della BYD Seal. Per chi non conoscesse la BYD ci tengo a specificare che è un’ottimo brand orientale che produce un po’ di tutto. Auto certo, ma anche mascherine antic*vid e molto altro. Il nome BYD sta per Build Your Dreams, costruisci i tuoi sogni, o qualcosa del genere. L’auto è graziosa, totalmente elettrica, ma questo potrei anche non sottolinearlo più, avreste capito l’andazzo. Con circa 530 cavalli strapperà sorrisi anche a chi soffre di eco-ansia. Prezzo di poco inferiore ai 50 Mila.

Quinto servizio (abbiate fede, sto per finire): l’hamburger continua la sua osservazione del sottoscritto senza nascondere una certa perplessità, ma finalmente parlano di qualcosa che interessa me, ma anche molti altri italiani. È infatti il turno del Salone di Bologna che ha visto auto e moto d’epoca esposte per l’occasione. Tutto bello, tutto interessante, tutto decisamente più coinvolgente di quanto visto prima.

Assurdo come il fascino del passato termico possegga ancora tale forza attrattiva. Soddisfatto e quasi appagato mi dirigo con lo sguardo verso l’hamburger, pronto finalmente a divorarlo, con un boccone già in procinto di una rapida discesa nello stomaco, se non che……dalla TV parlano di una Lamborghini.. la giornalista la chiama “Cantach” e il dannato hamburger mi va anche di traverso.

Cosa c’è oggi di fott**amente più sexy di una Countach in atmosfera Vaporwave? Però si pronuncia [kunˈtaʧ], per Dio! È piemontese, non il dannato inglese.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mi è passato per la mente un detto che ho ascoltato spesso in paese: “ta cantese e ta sonese”  – mi perdoneranno i linguisti rotondesi per questo azzardo – che tradurrei con :”te le canti e te la suoni”. È questo un po’ quello che penso del programma e del mondo dei motori in generale. Se la cantano e se la suonano, con Stellantis che la fa da padrona promuovendo ovunque i suoi (ahimè) scadenti prodotti. Se la cantano e se la suonano ma spesso ricoprono il ruolo di pifferai magici, pronti ad accogliere un pubblico disorientato e ipnotizzato.

Quella di un futuro elettrico dovrebbe essere una scelta. Al momento però, riviste specializzate, programmi televisivi e vari recensori voglio farci credere che sia l’unica opzione disponibile, l’unica soluzione per salvare il pianeta. In ognuno di questi servizi ripetevano spesso la parola SOSTENIBILITÀ associandola alle auto. Ogni volta che sento questo accostamento provo un brivido e un frenetico giramento che preferirei non descrivere nel dettaglio. Siete davvero convinti di cambiare il mondo con la auto elettriche? Non critico la scelta consapevole di chi ama questo tipo di guida o si illude di aiutare il pianeta in qualcosa, ma qui si sta completamente spostando l’attenzione da chi davvero può fare la differenza, dichiarando guerra a un settore giá martoriato e in ginocchio che sfoga la sua instabilità su un pubblico con le tasche sempre più vuote.

Su Piedi Pesanti  non porto auto elettriche. Qualche ibrida, qualche motorino, qualche scooter, ma niente auto. Non le demonizzo, ma non voglio sottostare a stupide logiche di mercato per prendere in giro chi si fida dei miei pareri. Pochi giorni fa ho ricevuto l’invito per provare e recensire a Torino una vettura elettrica. Apro la mail e noto un allegato. Suppongo sia la scheda tecnica e apro per saperne di più. La scheda tecnica c’è, ma accompagnata da una serie di indicazioni e suggerimenti su ciò che avrei DOVUTO dire e ciò che non avrei POTUTO dire. Se questa è libertà, se questo è giornalismo, forse è meglio coltivare le proprie passioni in modo indipendente come fatto finora. La stampa, di natura libera, non può sottostare a questi giochetti. E non lo dico rivolto al me stesso che ama parlare di motori, ma al me stesso che come consumatore si informa e legge baggianate prima di acquistare. Io, che non campo di questo, posso anche dire la mia certo che nessuno mi toglierà alcuno stipendio, ma i giornalisti che di professione vendono articoli, hanno le mani legate, e lo trovo ingiusto, anche se forse in alcuni settori è sempre stato cosi. Detto ciò, scusate il pippone, ma oggi come contorno all’hamburger ci stava proprio bene.

Ermanno Ceccherini

Quando è tempo di presentazioni sono sempre un po’ perplesso. Presentarsi può essere una banalità, una prassi semplice e quasi automatica se la si fa istintivamente e senza troppi pensieri. Pensate a quando vi presentate con qualcuno e 10 secondi dopo nessuno dei due ricorda il nome dell’altro. Ma se la presentazione ha un significato più profondo e fa parte di una relazione che si spera essere poi duratura, allora le difficoltà salgono. Ed è questo il caso. Ma va fatta, e allora... Mi presento. Il mio nome è Ermanno è la prima cosa da sapere su di me è che ho un’insaziabile fame... di motori. Ricordo nitidamente il momento in cui questa mia passione è sbocciata. Ero lì, avevo poco meno di 3 anni, e le gambe di mio padre erano il collegamento tra me e una sgargiante Fiat Coupè 16v Turbo. Tenevo con forza lo sterzo tra le mani ed ero affascinato da quel mondo tanto vicino quando misterioso. Qualche anno dopo mi ritrovavo in sella alla mia prima motocicletta, una pitbike, di quelle che si mettono in mano ai ragazzini, e io, poco più che poppante mi troviamo nuovamente difronte a un amore incondizionato per qualcosa che non conoscevo. Sono bastati pochi metri per capire che anche il mondo delle due ruote faceva parte di me; altrettanti per rendermi conto che l’asfalto ha una consistenza tale da non lasciare scampo alla pelle. Primo giorno, prima caduta, primi incoraggiamenti da chi oggi mi guarda da lassù a risalire in sella. E così ho fatto. Da allora non ho più assaggiato l’asfalto, ma continuo ad assaporare il vento in faccia e quel senso di libertà che solo le due ruote sanno darmi. Una decina di anni dopo sono arrivati i 18. Li aspettavo con ansia ma solo perché sapevo che con loro sarebbe arrivata la patente. Tra le mani una MiTo con così pochi cavalli da far sembrare la Coupè una supercar, eppure la legge non mi permetteva di guidare altro. Gli anni passano, e oggi, che ne ho 26, di auto e moto ne ho viste e provate parecchie. Ho sviluppato nel tempo uno strano senso critico. E per critico non intendo tanto la capacità di giudicare quanto piuttosto una ingombrante vena polemica che spesso mi spinge a gettare fango sulle auto moderne. Sarà forse perché tra le mani ho sempre qualche intrigante youngtimer? Chissà, questa è un’altra storia. Questa è una parte di me, tanto altro lo leggerete nei vari articoli. Benvenuti su Piedi Pesanti !

2 pensieri riguardo “Auto elettriche. La scelta (IN)consapevole.

  • I tuoi interventi mi piacciono ,perché sono scorrevoli e quello che scrivi sembra un’avventura della vita reale.

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    • Grazie mille cara Rita, sei sempre molto gentile. Un caro saluto a presto 😊

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