La discussione che ha visto come protagonista la BMW Serie 1 non tende a placarsi. Il mondo dei motori ha reagito piuttosto male alla notizia che il marchio bavarese ha rinunciato, per la piccola di casa, alla trazione posteriore. Ciò fortunatamente non è avvenuto con la sorella maggiore, la BMW Serie 3 di cui Luca vi parla qui (articolo e video)

Molti hanno “gridato” allo scandalo, sostenendo che BMW si fosse ormai arresa e venduta alle mode. Non vi nascondo che ero e forse sono uno di quegli appassionati un po’ arrabbiati con il marchio dell’elica. Possessore di Giulietta Quadrifoglio Verde ho sempre ritenuto la BMW Serie 1 la massima espressione di guida e sportività di quel segmento.

BMW Serie 1

Conscio del totale abbandono del progetto Giulietta ho sempre pensato che il futuro mi avrebbe portato a scegliere una BMW Serie 1, ma la storia non mi sta dando ragione. Vedere una BMW Serie 1 a trazione anteriore è stato un colpo al cuore. Un fulmine a ciel sereno che ha trafitto il cuore di chi inseguiva e bramava la purezza di guida e l’eleganza tipica delle bavaresi. Quando Luca mi ha dato appuntamento ero consapevole che forse era arrivato il turno proprio della BMW Serie 1. Sapevo che sarebbe stato un test drive controverso e partivo (sbagliando) più prevenuto che mai.

BMW Serie 1

La BMW Serie 1 parte in svantaggio ma recupera

Il primo impatto aiuta, ma non schiarisce la fitta nebbia che si è ormai creata nel mio immaginario. La linea è meno affusolata e sportiva del solito; i tagli più morbidi e le fiancate meno pronunciate nonostante il doppio rene e i classici elementi stilistici del marchio rimangano immutati. A stupirmi è questa strana tendenza di alcune hot-hatch moderne verso la “morbidezza” tipica delle monovolume. Non gradisco ma non posso neanche contestare ciò che viene deciso dopo accurate indagini di mercato. Prima di salire a bordo poniamo ai nostri amici su Instagram il classico quesito: cosa volete sapere, sentire, vedere? Almeno l’80% delle risposte includevano una perplessità o un insulto sottolineando ciò che poteva essere e ciò che invece “disgraziatamente” è.

BMW Serie 1

È significativo per noi questo dato. È significativo vedere il numero di persone che a spada tratta contestano senza riserve questa vettura. Il restante 20% delle risposte fa della razionalità un punto chiave. Sono curiosi, pronti a capire se davvero questa BMW Serie 1 si rivelerà ai nostri occhi un fiasco completo. Ci onora ricevere tanta fiducia. Prima di partire soddisfiamo le prime richieste. Interni, finiture, cerchi, volante, infotainment. Analizzandola nel dettaglio ho subito capito che la stavo sottovalutando. La BMW Serie 1 è costruita dannatamente bene: c’è un’attenzione e una cura al dettaglio che ti aspetteresti su auto di categoria e costi superiori.

BMW Serie 1

L’allestimento MSport aiuta, perché pur non avendo un motore sportivo, i dettagli sono tutti a favore della “cattiveria”. Badge e cuciture a contrasto ricordano l’indole “corsaiola ” che però di fatto manca sul tricilindrico diesel. I primi chilometri da passeggero mi rendono complice osservatore delle prodezze di Luca che afflitto dalla mancanza di traversi prova a spremere a questa BMW Serie 1 anche l’ultimo dei 116cv a disposizione. Il cambio doppia frizione lavora bene, snocciola le marce con fluidità senza eccessi di grinta o di pigrizia. Per contro nella modalità manuale decide lui il da farsi e ciò penalizza decisamente chi vuole avere tutto sotto controllo. Spesso inoltre “tira” la marcia più del dovuto: vuole darsi arie da allungo che il piccolo turbodiesel non può permettersi, ma fa il suo dovere senza intoppi e senza incertezze.

BMW Serie 1

Il piccolo 1.5 3 cilindri diesel da 116cv spinge il giusto. Mai cattivo muove comunque la vettura senza farsi pregare anche se si sente la mancanza di qualche cavallo in più, soprattutto quando bisogna affrontare in scioltezza un sorpasso. A stupirmi positivamente sono sterzo (15:1), assetto e freni. L’idea è quella di avere un telaio davvero ben fatto, capace di filtrare bene le asperità lavorando in sinergia con le sospensioni, abile nel tenere saldamente incollata la BMW Serie 1 all’asfalto. Sempre sicura, diretta e immediata si fa apprezzare per lo sterzo pronto anche alle basse velocità. Così pronto che Luca prova a scomporla senza tuttavia riuscirci: a scompormi però sono io, che rischio di fare amicizia con il finestrino (vedere il video per capire).

BMW Serie 1

Guidando la BMW Serie 1 si comprende la bontà del progetto

Alla guida Luca si diverte, a tal punto da lasciarsi scappare qualche eccesso verbale quando paragona lo sterzo di questa BMW Serie 1 a quello della Giulietta, che a suo dire sarebbe meno pronto di quello della tedesca. Stavolta non siamo d’accordo, e ci tengo a sottolinearlo con forza perché abituato all’italiana so bene quanto lo sterzo faccia la differenza. La naturalezza del volante italiano lascia il posto all’artificialità di quello tedesco che mi restituisce sempre la sensazione di esser troppo “mollaccione” e servoassistito. Poco male però. Perché si conferma comunque una buona unità, in grado di dare feeling e direzione anche quando le cose si complicano a causa del fondo sconnesso.

BMW 116d

Siamo però arrivati al momento in cui non posso non parlarvi della trazione. Quella tra anteriore e posteriore è ormai una diatriba destinata a ripetersi all’infinito. Dal mio punto di vista questa vettura rappresenta una rinuncia all’innata sportività delle sue sorelle di qualche anno fa. Allo stesso tempo inizio a comprendere la decisione (soprattutto economica) di BMW. Alla guida naturalmente dimenticate scodate, pattinamenti e precise correzioni col gas. Qui la trazione anteriore la fa da protagonista ma devo ammettere che il comportamento della BMW Serie 1 è più sincero che mai. L’ottimo pacchetto dinamico trasmette sempre grande sicurezza, la potenza limitata non conosce sottosterzo e il volante preciso sa far scorrere le ruote esattamente dove vogliamo.

BMW Serie 1

Lo ammetto, è piacevole da guidare e per certi versi anche divertente. La potenza “risicata” non impensierisce e l’assetto rigido ma non “spaccaschiena” accompagna ogni nostra intenzione in modo molto preciso e puntuale. Concludendo temo di esser partito col piede sbagliato. Ero prevenuto, senza alcuna aspettativa e ciò inizialmente ha compromesso ciò che pensavo della BMW Serie 1. La verità però è ben diversa. Paolo Conte cantava: “Con quella faccia un po così, quello’espressione un po così……. “ Ecco, ora questo è l’unico “difetto” che non riesco a digerire. Questa BMW Serie 1 vuole essere qualcosa di radicalmente diverso rispetto al modello che l’ha preceduta. In questa visione delle cose è doveroso non confondere le acque.

BMW Serie 1

Le conclusioni richiedono maggiore potenza

La trazione posteriore si rimpiange è vero, ma forse a far discutere maggiormente dovrebbe essere la sua linea, non proprio riuscita secondo me. La casa bavarese da qualche mese sembra quasi alla ricerca del design definitivo per i suoi futuri modelli, e questa “sperimentazione” sta penalizzando molto le nuove arrivate. Basti pensare alla Serie 4 con quel frontale così sgraziato per capire cosa intendo. Anche la BMW Serie 1 non fa del frontale il suo punto forte.

Voglio però salutarvi con un consiglio. Se la sua linea non vi dispiace e le motorizzazioni fanno al caso vostro andate a provarla. Il salotto interno sarà pronto ad accogliervi e alla guida sono sicuro che possa farvi capire quanto di buono sia stato fatto nonostante l’addio alla trazione posteriore.

BMW 116d

La BMW Serie 1 non è l’auto perfetta, ma sa comunque farsi rispettare nel panorama attuale, fatto di hot-hatch che per la maggiore si comportano in modo analogo alla bavarese. Sono certo che nelle versioni più sportive, saprà intrigare e conquistare, forte di motori ben fatti e molto performanti. Una su tutte la 135i Xdrive potrebbe rivelarsi la scelta giusta. La presenza di una buona trazione integrale potrebbe far soffrire meno i puristi del marchio, consapevoli che con quattro ruote motrici e 306cv prestazioni e tenuta di strada non mancheranno neanche su fondi complicati.

Ermanno Ceccherini

Quando è tempo di presentazioni sono sempre un po’ perplesso. Presentarsi può essere una banalità, una prassi semplice e quasi automatica se la si fa istintivamente e senza troppi pensieri. Pensate a quando vi presentate con qualcuno e 10 secondi dopo nessuno dei due ricorda il nome dell’altro. Ma se la presentazione ha un significato più profondo e fa parte di una relazione che si spera essere poi duratura, allora le difficoltà salgono. Ed è questo il caso. Ma va fatta, e allora... Mi presento. Il mio nome è Ermanno è la prima cosa da sapere su di me è che ho un’insaziabile fame... di motori. Ricordo nitidamente il momento in cui questa mia passione è sbocciata. Ero lì, avevo poco meno di 3 anni, e le gambe di mio padre erano il collegamento tra me e una sgargiante Fiat Coupè 16v Turbo. Tenevo con forza lo sterzo tra le mani ed ero affascinato da quel mondo tanto vicino quando misterioso. Qualche anno dopo mi ritrovavo in sella alla mia prima motocicletta, una pitbike, di quelle che si mettono in mano ai ragazzini, e io, poco più che poppante mi troviamo nuovamente difronte a un amore incondizionato per qualcosa che non conoscevo. Sono bastati pochi metri per capire che anche il mondo delle due ruote faceva parte di me; altrettanti per rendermi conto che l’asfalto ha una consistenza tale da non lasciare scampo alla pelle. Primo giorno, prima caduta, primi incoraggiamenti da chi oggi mi guarda da lassù a risalire in sella. E così ho fatto. Da allora non ho più assaggiato l’asfalto, ma continuo ad assaporare il vento in faccia e quel senso di libertà che solo le due ruote sanno darmi. Una decina di anni dopo sono arrivati i 18. Li aspettavo con ansia ma solo perché sapevo che con loro sarebbe arrivata la patente. Tra le mani una MiTo con così pochi cavalli da far sembrare la Coupè una supercar, eppure la legge non mi permetteva di guidare altro. Gli anni passano, e oggi, che ne ho 26, di auto e moto ne ho viste e provate parecchie. Ho sviluppato nel tempo uno strano senso critico. E per critico non intendo tanto la capacità di giudicare quanto piuttosto una ingombrante vena polemica che spesso mi spinge a gettare fango sulle auto moderne. Sarà forse perché tra le mani ho sempre qualche intrigante youngtimer? Chissà, questa è un’altra storia. Questa è una parte di me, tanto altro lo leggerete nei vari articoli. Benvenuti su Piedi Pesanti !

4 pensieri riguardo “BMW Serie 1 116d: con quella faccia un po così

  • Buongiorno, nella versione MSport rispetto alla Giulietta che differenze ci sono come confort, silenziosità, …. ?

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    • Ciao Daniele.
      Parliamo di auto con dieci anni di progresso in mezzo. Ovviamente a livello di comfort la BMW ne trae beneficio ma a livell odi assetto la bontà telaistica e del reparto sospension idell’Alfa la rende ancora oggi più incisiva rispetto alle versioni abse della Serie1. Differenza che va ad assottigliarsi con l’ottimo assetto M Sport.

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