La nostra avventura con la Ferrari F355 spider inizia in una fredda mattinata invernale. Dicevo fredda perché alle 08:00 quando parto, la nostra Audi A6 – che accompagna ormai le mie trasferte – ha un’invadente strato di ghiaccio sul parabrezza. Non mi è facile riscaldarmi e Luca, quando ci incontriamo, mi conferma questa stessa sensazione.
98 Ottani srls
Siamo a Valmontone (RM) e presto incontreremo i ragazzi di 98 Ottani che ci hanno gentilmente coinvolto nel loro mondo. Sono giovanissimi, pieni di idee ed educati come pochi giovani sanno essere. Hanno quella fiammella negli occhi tipica di chi crede in qualcosa di grande e si fa in quattro per portarla avanti. La stessa fiammella che ascoltandoli toglie pian pian anche in noi il gelo di questa insolita mattinata. La 98 Ottani è una realtà che antepone la passione a tutto. Passione vissuta in modo diametralmente opposto a quanto spesso vediamo fare da altri possessori di supercar. Qui non c’è timidezza, riservatezza o imbarazzo. C’è una grande voglia di condivisione e inclusione. Con il loro progetto vogliono portare le supercar più blasonate nel cuore e nelle mani di tutti gli appassionati che lo desiderano. Partecipano a eventi benefici, organizzano raduni, test drive e si impegnano per rendere tutto ciò possibile e sicuro nonostante le difficoltà del caso.
Con Luca non abbiamo potuto far altro che toglierci il cappello e apprezzare quanto di buono siano stati in grado di fare nonostante la tenerissima età. Passano i minuti, pian piano il gelo lascia il posto al caldo bagliore del sole invernale ed è arrivato il momento di aprire il loro garage. Niente spoiler, ci siamo ripromessi con i ragazzi un evento dedicato e quindi andrò dritto al sodo. Nella fredda e silenziosa campagna romana tra borbottii e un profondo latrato sta prendendo vita un generatore di emozioni potentissimo. Nella sua elegante cattiveria sbuca dal garage una magnifica Ferrari F355 spider rosso scuderia con interno nero.
La Ferrari F355 vissuta da Ermanno
Istintivamente Luca e io ci togliamo i giubbotti. Come un telepatico collegamento man mano che il V8 della Ferrari F355 si riscalda, anche noi guadagniamo gradi. Dalla presentazione della Ferrari F355 sono passati diversi anni, ma lei è ancora splendida e in ottima forma. Una linea senza tempo che cattura l’attenzione anche dei più distratti o dei meno appassionati. Mi convinco solo guardandola che la Ferrari è e rimarrà per sempre un patrimonio nazionale e forse mondiale. Non conosco persona che non sappia spendere parole d’amore per questo marchio. Non esiste bambino che da piccolo non abbia disegnato qualcosa di vagamente simile a una Ferrari, fosse anche solo per quel magnifico rosso la cui matita era la più consumata delle altre. Il nostro esemplare si mostra in tutta la sua bellezza. È difficile cogliere qualche difetto o qualche inestetismo dovuto al tempo.
Per lei l’orologio sembra essersi fermato al 1997 quando ha messo per la prima volta i suoi enormi pneumatici in strada. Linee tese, prese e sfoghi d’aria in abbondanza e quei fari a scomparsa, che le restrizioni hanno esiliato nel dimenticatoio, profumano oggi di tradizione e passione. Se descrivessimo le sue linee senza farvi sapere che abbiamo tra le mani una Ferrari F355 spider pensereste sicuramente a una volgare Hot Hatch moderna. Il marchio del cavallino rampante invece ha compiuto un piccolo grande miracolo. È decisamente triste, i tempi sono cambiati e forse oggi le Ferrari sono un po meno di classe di quanto lo fossero tanti anni fa. Il mondo si evolve, l’economia si redistribuisce, e spesso il cavallino (come altre supercar) è associato a giovani sbruffoncelli dalle strane capigliature. Un tempo sinonimo d’immagine e di passione, questa Ferrari F355 non ha di questi problemi. I rapper e i calciatori per nostra fortuna saprebbero solo snobbarla; nel mondo in cui conta solo l’immagine e non più la passione siamo dei fortunati “aborigeni”. Riflessioni a parte è giunto il momento di salire a bordo. Dopo aver respirato l’Eau De Parfum emesso dal V8 italiano vogliamo capire di cosa è capace.
Luca inizia per primo, lascerò a lui la difficilissima descrizione di ciò che si prova. Il mio turno inizia sul ghiaccio dei colli romani che per i primi chilometri non mi da scampo. Da passeggero ho assaporato l’inaspettata comodità di questa Ferrari F355. Giustamente poco insonorizzata vi coccola con dei sedili dall’aspetto racing ma molto comodi e vi lancia delicatamente in un mondo parallelo dove l’uomo e la macchina vivono una magnifica sintonia analogica. Da guidatore mi lascio inizialmente cullare proprio da questa comodità. Frizione pesante il giusto, cambio maschio e posizione di guida d’attacco ma molto piacevole. Nota stonata lo sterzo, che seppur preciso e comunicativo come pochi, è di una bruttezza imbarazzante. Demerito degli airbag che salveranno la vostra vita ma vi renderanno ciechi come talpe. Poco male, ci si può concentrare sulla guida e sulla magnifica strumentazione firmata Veglia Borletti.
Il V8 che spinge la Ferrari F355 è un 3.5L rigorosamente aspirato, cinque valvole per cilindro, capace di 380cv e 360nm di coppia. La scheda tecnica parla di potenza a 8250 giri/min ma non vi nego che anche in basso questa rossa si muove con grande carattere e sembra piena e piacevole in ogni marcia. È quando sale di giri però che avviene la magia. Il profondo latrato del v8 si trasforma in un urlo sguaiato e inferocito, i 380cv generano delle emozioni che difficilmente proveremmo con auto moderne. È vero, il confronto con alcune moderne Hot Hatch è imbarazzante, ma qui le prestazioni assumono un significato molto diverso. Si è alla continua ricerca dell’autenticità e della piacevolezza che solo motori e auto cosi analogiche sanno trasmettere. La Ferrari F355 fa sembrare quasi tutto facile e istintivo, pretende rispetto ma ripaga con una dose importante di trazione e sicurezza. Una tale semplicità è disarmante pensando agli anni che un bolide così porta sulle spalle, eppure mette ben in chiaro quanto Ferrari fosse avanti in quegli anni. Così avanti da rendere tutto agevole anche a chi auto così le ha viste solo sul poster in cameretta. Questo non significa che sia in grado di render tutti dei novelli piloti. Anzi. Al limite bisogna aver le carte giuste per farla cantare e spesso queste carte non sono disponibili nel mazzo dei comuni mortali. Dopo qualche ora a bordo posso affermare con certezza che questa è la Ferrari, anzi l’auto delle emozioni. Ancor prima delle prestazioni il vostro cuore si allineerà al V8 che sbraita dietro la vostra schiena e li capirete che sarà difficile e doloroso scendere da un’auto così umana.
La Ferrari F355 vissuta da Luca
I pini della Colombo scorrono lentamente, riflettendosi sul cofano della mia auto. Penso che qua, tra Casal Palocco ed Acilia, i pini di questa città a me così visceralmente legata da sempre, di rosse ne avranno viste passare negli anni. In mezzo a questi meravigliosi pini domestici, penso, quel generone romano così ben raccontato da Sordi, Verdone e parodiato nei cinepanettoni quante volte ci avrà fatto cantare i V8 di Maranello? Ecco oggi sono emozionato. Sono sentimentale ed emozionato perché se guidare una rossa contemporanea fa battere forte il cuore, l’idea di guidarne una degli anni’90, per di più manuale fa venire le farfalle nello stomaco.
Arriviamo a Valmontone e ci troviamo subito accolti da Daniele e Gabriele Cernicchi di 98 Ottani che, oltre ad aprirci le porte di casa loro trattandoci come vecchi amici, si dimostrano essere grandi appassionati e persone splendide.
La Ferrari F355 spider è lì, incorniciata ed impreziosita dalla vista verso i Monti Simbruini che ci aspettano per andare a farla cantare tra le loro curve.
È una giornata fredda e non andremo in giro a capote aperta il che, da una parte, è un vantaggio. Il V8 cinquevalvole di Maranello, con il suo “esotico” albero motore piatto ed accensioni regolari, nel piccolo abitacolo anni ’90 della Ferrari F355 risuona come una musica meravigliosa.
Tocca a me guidare per primo. Il cambio manuale delle Ferrari per me è sempre stato oggetto del desiderio, oggetto di sogni fin da quando, da bambino, dormivo con la coperta appartenuta a mio fratello sulla quale c’era proprio ricamato un pilota in una Ferrari con accanto uno di questi. Frizione e prima. Le marce entrano secche, con quel rumore metallico in grado di far vedere gli angeli. Il cambio è contrastato il giusto, non certo morbido ma preciso come una lama. Innestare le marce una dopo l’altra sarebbe piacevole anche a motore spento vista la facilità con la quale la frizione, perfettamente calibrata, lavora con questa meraviglia di cambio.
Ma il motore silenzioso non è. Canta una splendida canzone e come una gigantesca mano che ti culla, ti spinge avanti forte (all’apparenza molto più forte di come poi in realtà si vada) cambiando carattere e note della sua canzone in ogni punto del contagiri. Ed è questa la magia dell’aspirato, di questo meraviglioso aspirato. Non è mai uguale dal minimo alla zona rossa: ti viene sempre voglia di andare a scoprire la sua voce, le parole della bellissima canzone che canta ad ogni tacca indicatrice dei giri motore. Si lascia scoprire piano piano, mentre si prende confidenza con un’auto che, senza nessun controllo di trazione, dà confidenza e rimane stabile persino in qualche tratto con il ghiaccio.
Il fatto che l’abitacolo sia di chiara estrazione Fiat ha contribuito negli anni, ed in certi mercati, a minare un po’ l’immagine di Ferrari che comunque, nonostante tutto, è uno dei brand mondiali con la più alta valutazione esistenti ed i risultati attuali bastano per parlare da sé. Qualche imperfezione su questa Ferrari F355 spider c’è, ma non sarà qualche plastica o manopola di origine “Torinese” ad inquinare il mio momento di gloria.
Il V8 sale ed urla, più lui urla più la Ferrari F355 va veloce. Più la 355 corre più si deve lavorare con il cambio, con i puntatacco e con lo sterzo. Più si lavora più si gode, fine della storia. La mezz’ora in cui l’ho guidata nelle curve in questa splendida zona del Lazio che non conoscevo è stata la mia mezz’ora di gloria. Ogni singolo respiro, ogni singolo battito del mio cuore era in sintonia con la meccanica di questa Ferrari F355 che riusciva a farsi portare con la stessa naturalezza di una Hot Hatch degli anni ’90, ma ad emozionarmi come quando per la prima volta, sono salito sull’Acropoli di Atene. Già; perché come gli Ateniesi fermarono l’avanzata persiana a Salamina salvando l’espansione della civiltà Greca, questa Ferrari F355 ha saputo far dimenticare quello per cui la F348 si fece guardare storta, per quel famoso duello perso al semaforo romano da Montezemolo contro un ragazzo a bordo della sua Golf GTI. Con la 355, non sarebbe più accaduto.
Cara Ferrari F355, per me tu sei esattamente come Atene, ti porterò nel cuore per sempre e anche se non sei né la macchina più performante, né la più perfetta che abbia mai guidato sei per me quella più speciale in assoluto.