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Lancia Pu+Ra HPE: ma ci volevano i francesi?

FIAT, divenuta FCA Italy S.p.A. nel 2007 ad oggi partecipata da Stellantis, è la società che ancora detiene il marchio Lancia. Purtroppo quello che è stato fatto nei decenni a Lancia è difficilmente comprensibile e giustificabile: anzi, sembra che si siano messi proprio d’impegno per farla fallire. Del resto, il fallimento sarebbe proprio stato il suo destino dal momento che, come disse qualcuno, non ha più appeal all’estero.

Se anche voi non eravate d’accordo a lasciare Lancia nell’oblio non solo il tempo ci ha dato ragione ma, ironia della sorte, la voglia di rinascita viene proprio fuori dall’Italia. Stellantis infatti concederà una chance a tutti i brand del gruppo per essere profittevoli e raggiungere il prestigio che meritano. Con Lancia, poi, le ambizioni sono altissime: sarà subito inquadrato come uno dei tre brand premium del gruppo, assieme ad Alfa Romeo e DS.

Dopo Lancia Pura Zero, presentata a fine 2022, finalmente è giunto il momento di un oggetto dalle fattezze più automobilistiche: ecco la Lancia Pu+Ra HPE.

Una Pura e Radicale elettrica ad alte prestazioni

Sono passati 20 anni dall’ultima vera concept Lancia, la Granturismo Stilnovo. La Pu+Ra HPE non sarà un modello di serie ma vuole solo palesare la direzione stilistica e di prodotto delle future Lancia.

Ci sono tutti gli elementi in grado di mettere di buon umore qualsiasi appassionato di automobili: coupé 3 porte, possenti passaruote, cellula abitativa che sebbene cerchi di sfruttare tutto il passo, come fanno molte elettriche, da l’idea di essere arretrato come conviene alle migliori GT in circolazione. Poi c’è uno splitter anteriore, uno spoiler/codatronca ed un prominente diffusore (quantomeno è quel che richiama).

I cerchi cercano di non scendere a nessun compromesso stilistico pur garantendo un’elevata efficenza aerodinamica, e sono equipaggiati con pneumatici Goodyear appositamente progettati. Infatti la Pu+Ra HPE non è un concept statico, anzi, Lancia dichiara che è riuscita ad impegare un pacco batterie capace di 700 km. Merito pure della raffinata aerodinamica del disegno: l’autonomia non è male per un’auto lunga solo 4,4m.

Le superfici vetrate sono estremamente ampie e rendono arioso l’abitacolo. Assente il montante C, al suo posto sul vetro abbiamo una sorta di veneziana che, in vista laterale, richiama la Beta HPE degli anni ’70. Tali veneziane però continuano sul lunotto e, da dietro, richiamano le feritoie di auto come la stessa Stratos. L’uso di questi elementi orizzontali lo trovo strepitoso: oltre a filtrare la luce nell’abitacolo e creare all’interno begli effetti luce/ombra, richiamano l’heritage di Lancia rendendo posteriormente questa Pu+Ra HPE più cazzuta.

La superficie della carrozzeria è caratterizzata da pochissime line. Restano taglienti o si dissolvono gradualmente in forme estremamente raccordate in base alle necessità. Lo stile è sorretto da 2 elementi fondamentali.

La Y è l’evoluzione della storica calandra Lancia ed è una forma sempre luminosa. I tre fasci rappresentano il frontale e nel loro grande minimalismo donano un sacco di personalità e aggressività; viene inoltre ripresa nei fendinebbia e nelle frecce laterali posteriori.

L’altro elemento è la circonferenza, usata sia esternamente che internamente. Nel caso di questo concept è usata in pianta per cercare di massimizzare la sensazione di spazio e benessere a bordo, ed è anche la forma del tettuccio apribile e delle interfaccie HMI.

In particolare, un cerchio straripa dagli interni estendendosi sul cofano con delle veneziane, mentre dentro rappresenta l’interfaccia del futuro infotaiment Lancia.

Questa porzione circolare di cruscotto è capace di ruotare verso il basso e funge da unico maxischermo dell’infotelematica di bordo: S.A.L.A. Acronimo di Sound, Air, Light and Augmentation, è dotato di AI e sarà presente sulle Lancia di serie, caratterizzato da uno stile grafico tanto minimalista quanto elegante e ricercato.

Il volante ingloba la strumentazione e fa venir voglia di impugnarlo e guidare per il piacere di farlo: è perfettamente verticale e la posizione di guida bassa e distesa. I sedili anteriori, come gran parte dell’interno, prendono ispirazione dal design dell’arredamento italiano, in particolare dalle poltrone Maralunga.

Grande attenzione al tema dell’ecosostenibilità, in questo concept il 70% della superfice estetica è ecosostenibile. I sedili reinterpretano lo storico panno Lancia e nella zona superiore delle porte (dov’è riportato il logo Lancia) è impiegato un nuovo materiale ricavato dallo scarto di lavorazione dei marmi e tessuto riciclato, il MARM/MORE.

La circolarità continua fino al pavimento, dove i tappetini nel loro insieme formano ancora questa forma. Le veneziane si estendono fino alle portiere e fungono da elemento di illuminazione ambientale, comandate da S.A.L.A. Una scelta che, a parer mio, conferisce un’accentuata nota synthwave che mi piace molto.

L’eredità della Pu+Ra HPE

Questa concept è destinata a fare la storia di Lancia e dobbiamo essere contentissimi che esista, anche qualora non ci piaccia o non fossimo Lancisti. Il motivo non risiede nella sola volontà di rilanciare un marchio così storico e nell’ambizione di collocarlo subito come premium. La Pu+Ra HPE è un concept che finalmente punta al 100% verso il futuro, sopratutto sul piano stilistico. Finalmente non ci troviamo più con auto di ottant’anni fa progettate con criteri moderni, l’heritage è presente ma è il valore aggiunto di un design di rottura che vuole solo guardare avanti.

Questa filosofia, signore e signori, è autenticamente ed inconfondibilmente Lancia. E poi c’è un altro dettaglio: non hanno presentato un SUV. La Pu+Ra HPE ha il tetto basso e, se ve lo state domandando, lo sarà anche quello dei prossimi modelli. Il piano prevede 3 auto, Ypsilon Gamma e Delta: non ci sono SUV al momento (forse per evitare di pestare i piedi ad Alfa che, purtroppo, pare faccia solo quelli ormai) e traspare una certa attenzione anche al piacere di guida.

Vale anche per la prossima Ypsilon che dal 2024 finalmente non sarà soltanto la citycar per donne e pensionati per antonomasia. C’è, a quanto pare, la volontà di rispolverare la storica sigla HF e collocarla come un’utilitaria (segmento B) con potenze fino a 240 CV. Se sarà così, avrà prestazioni da riferimento nella sua categoria. Qualche paragone? L’Audi S1 ha 231 CV, la Yaris GR 261 CV e la Mini JCW 235 CV, direi basti: bentornata Lancia.

 

Mauro Conte

Laureato in Ingegneria del Veicolo presso il dipartimento Enzo Ferrari di Modena con una tesi su un concept a guida autonoma per Maserati. Nella vita progettista con una malattia per le automobili. Sono su Piedi Pesanti per allargare maggiormente i miei orizzonti e conoscenze.

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