A quanto pare l’accordo tra Ferrari e Maserati per la produzione di motori sta per terminare. O meglio, l’accordo che vedeva Ferrari fornitrice di motori per Maserati non è stato rinnovato e mai lo sarà. Nel corso degli scorsi anni abbiamo visto importanti collaborazioni tra i due marchi italiani e ciò si traduce in motori sempre performanti ed emozionanti. I primi a venirmi in mente, naturalmente tutti benzina, sono il 3.0 v6, il 3.9 v8 e l’iconico 4.7 v8. Hanno spinto Ghibli, Quattroporte, Levante e GranTurismo. Tutta la gamma per intenderci.
L’accordo attuale dovrebbe scadere tra 2021 e il 2022 stando a ciò che dichiara Camilleri, quindi nessun “pericolo” in vista al momento. Non bisogna comunque sottovalutare la situazione. Maserati manco a dirlo è un marchio che punta alle vendite soprattutto in nome della grande sportività che i suoi modelli rappresentano. Si rende dunque necessaria una presa di coscienza nel capire che i prossimi motori devono essere quantomeno all’altezza di quelli Ferrari ahimè uscenti dalla scena. Soluzioni valide all’orizzonte non ne vedo molte.
Certo, è fuori discussione che in Maserati sappiano fare capolavori, bisogna solo spronare qualcuno ai piani alti e il gioco è fatto. I motori Maserati hanno da sempre il merito di essere da record nelle tonalità sonore che regalano. Non sarebbe male un “ritorno alle origini”. Detto ciò, ci sarebbe un’altra soluzione da prendere in considerazione. Alfa Romeo. Non è un mistero che la produzione di motori in Alfa e Maserati sia ai minimi storici. Una unione tra due marchi italiani così importanti non potrebbe che avere risvolti positivi.
A onor del vero i rapporti sono già ottimi, quindi le basi per qualche progetto di valore già ci sono. Molti potrebbero obiettare dicendo che anche Alfa Romeo ha ricorso alle conoscenze Ferrari per il 2.9 V6 che equipaggia la Giulia. Giustissimo, ma sono dell’avviso che non si possa sempre chiedere aiuto ai cugini. Una “fusione motoristica” tra Alfa e Maserati potrebbe anche avere il merito di salvaguardare l’estro italiano dalle numerose contaminazioni alle quali FCA è sottoposta.
Parlo naturalmente di PSA e soprattutto Chrysler. Com’è noto in America sono maestri nella produzione di possenti V8. Tuttavia mai vorremmo vedere un motore da muscle car su una sinuosa Maserati. Non ci resta che attendere un paio d’anni per vedere cosa succederà. L’attesa è lunga ma non priva di sorprese perché entrambi i marchi italiani hanno in programma la presentazione di nuovi modelli, ipoteticamente rivoluzionari. Aspettiamo dunque, ma col il sogno che il biscione possa quanto prima avvolgersi intorno al tridente.