Se vi dicessi che una Fiat Panda a 16 mila euro è un buon affare ci credereste? Partendo dal presupposto che la Panda è un’auto amatissima dagli italiani, FCA vuole rilanciare. E vuole farlo con stile e soprattutto guardando al futuro finalmente in modo quasi concreto. Per chi non lo avesse capito questo articolo è dedicato alla Panda Hybrid. Se ne parlava già da qualche mese: foto, comunicati e recensioni sono la punta di un iceberg che nasconde molto altro.
A molti potrebbe far strano sapere che la Panda Hybrid è un primo piccolo approccio verso un’elettrificazione più consistente. In un passato articolo vi ho parlato della futura 500 che molti aspettano con impazienza. Ebbene, proprio la 500 nella sua versione elettrica dovrebbe rappresentare il futuro tanto rincorso da Fiat. Con la Panda Hybrid (affiancata dalla 500 Hybrid) Fiat vuole piano piano abituare la sua clientela a questa nuova tecnologia, tanto discussa, e ripeto, tanto rincorsa. L’obbligo di ridurre consumi ed emissione vede dunque questa nuova Panda Hybrid equipaggiata con un “piccolo” ma adeguatissimo 1.0 Firefly.
Eh già, questo tricilindrico capace di 69cv è stato scelto per fare coppia con un motorino elettrico da 0,13 Kw/h. Ecco quindi fatte l’ibrida, comoda, economa e intelligente. La Panda nella sua declinazione Hybrid non perde le sue proverbiali doti da auto tuttofare e anzi le amplifica, riducendo i consumi e accedendo alle ZTL e alle Aree C metropolitane. Ma concretamente cosa fa questa Hybrid? Ebbene, il motorino elettrico da il suo sostegno in fase di avviamento, nelle partenze a bassa velocità e sotto i 30 km/h quando permette di veleggiare disattivando il motore termico.
Tutta questa “energia” viene immagazzinata sotto il sedile del guidatore dov’è “nascosta” una batteria da 12 volt. Manco a dirlo i consumi si riducono e le prestazioni, seppur limitatamente, crescono. I 5 cavalli aggiuntivi concessi da questa unità elettrica non fanno miracoli, ma quotidianamente hanno il loro perché. Nell’uso cittadino a esempio un po di brio aggiuntivo sono una piacevole sorpresa. Ma si gioisce ancor di più quando ci si sofferma alla voce consumi.
Il “vecchio” 1,2 capace sempre di 69 cv non brillava alla voce prestazioni, ma era un campioncino di bassi consumi. Discorso analogo potrebbe farsi con questo 1.0. I dati di omologazione parlano di circa 25 km/l. Dato che sembra veritiero nell’ottica in cui si sfrutta a dovere l’unità elettrica e si chiede al piede un tocco vellutato. Rivisto anche il cambio, che ora può contare su 6 marce e un sistema di lubrificazione differente che ha il compito di rendere il tutto più fluido e scorrevole.
Estetica e interni rimangono quasi del tutto identici alla versione “normale”, se non fosse, almeno esternamente per i badge Hybrid. Gli interni immutati nel design fanno l’occhiolino alla tanto amata Greta. Il rivestimento dei sedili denominato Seaqual Yarn è formato da materiali di riciclo provenienti da plastica di origine marina e terrestre. Una bella iniziativa, che farà sentire gli occupanti in armonia con l’ambiente.
Sulla strumentazione non mancano i nuovi sistemi che la Panda ha già mostrato qualche anno fa, ma a questi si aggiungono le informazioni sulla possibile modalità veleggio. In definitiva questa nuova Panda sembra davvero fare sul serio. Non è una soluzione definitiva ma senza dubbio rappresenta quel passo avanti del quale c’era bisogno. Non posso quindi, dopo tanti sacrifici da parte di FCA, non menzionare i dati sulle emissioni.
Vi ho parlato qualche settimana fa delle complicazioni alle quali è andata incontro la Suzuki Jimny con le sue emissioni troppo alte. Ebbene, il dato ufficiale per la Panda Hybrid parla di 89 g/km CO2 e di omologazione 6D. In conclusione non vi nego che questa Panda Hybrid ci ha particolarmente incuriosito. Chi scrive ritiene la Panda una delle sue vetture preferite, nonché una delle auto più intelligenti e riuscite di sempre. E voi? Cosa ne pensate di lei? Potrebbe fare al caso vostro per sfuggire al traffico cittadino?