Cari amici dopo tanto tempo siamo finalmente tornati a parlare di auto storiche, nello specifico ci ha accolti il raduno a Lungro, un paese molto affascinante in provincia di Cosenza. A fine Giugno è infatti andato in scena il primo raduno a Lungro, e per l’occasione abbiamo deciso di partecipare con le nostre Alfa Romeo Brera e 75. Piccola premessa, la Brera forse era un pochino fuori luogo, ma colti dal famoso entusiasmo dell’ultimo secondo, come spiego nel video, non abbiamo resistito alla tentazione di utilizzare anche lei.

Sveglia all’alba, cosa per me assai rara e faticosa, ma la passione è anche questa. Prima tappa al garage per rianimare la Brera assopita da qualche giorno. Seconda tappa 75, che riposa in un altro garage ma ci aspetta più in forma che mai per il raduno a Lungro. Mezzo giro di chiave e la vecchia gloria italiana parte al primo colpo. Il suo 2000 Twin Stark ha un suono difficile da confondere e lei ci tiene a sottolinearlo con un certo orgoglio. Quel retrogusto di benzina nell’aria rende tutto più affascinate e sotto sotto spero che oggi l’atmosfera e gli odori possano essere proprio quelli.

raduno a lungro

Per la Brera invece niente chiave da girare. Il pulsante dell’avviamento elettronico fa tutto al posto nostro e il 6 cilindri a V da 260 cavalli rimbomba nel silenzio mattutino grazie ai nuovi scarichi Ragazzon che riempiono il sound al minimo. Tempo di posizionare le telecamere e si parte. Per l’andata ho scelto la Brera, consapevole di atroci sofferenze al ritorno che spero di evitare a mio papà e mio suocero, nuovi compagni di viaggio per l’occasione speciale. La Brera ha infatti l’aria condizionata, che in questo inizio di giornata gradisco ma non reputo indispensabile.

raduno a Lungro

Fondamentale invece lo sarà al ritorno, quando le temperature si faranno bollenti. Ma spero di combattere il caldo con il divertimento che la 75 saprà regalarmi (povero illuso). La strada per raggiungere il raduno a Lungro non è delle migliori. O meglio. Il fondo stradale lascia parecchio a desiderare ma il panorama e le curve sono decisamente piacevoli. Nulla che possa togliere il fiato sia chiaro, ma l’intrattenimento è assicurato. In poco più di 1h di viaggio raggiungiamo la meta del nostro raduno ed è qui che inizia il bello. Ma non voglio dirvi oltre, vi allego come sempre il video, che saprà descrivere al meglio questa piacevolissima giornata.

 

Ermanno Ceccherini

Quando è tempo di presentazioni sono sempre un po’ perplesso. Presentarsi può essere una banalità, una prassi semplice e quasi automatica se la si fa istintivamente e senza troppi pensieri. Pensate a quando vi presentate con qualcuno e 10 secondi dopo nessuno dei due ricorda il nome dell’altro. Ma se la presentazione ha un significato più profondo e fa parte di una relazione che si spera essere poi duratura, allora le difficoltà salgono. Ed è questo il caso. Ma va fatta, e allora... Mi presento. Il mio nome è Ermanno è la prima cosa da sapere su di me è che ho un’insaziabile fame... di motori. Ricordo nitidamente il momento in cui questa mia passione è sbocciata. Ero lì, avevo poco meno di 3 anni, e le gambe di mio padre erano il collegamento tra me e una sgargiante Fiat Coupè 16v Turbo. Tenevo con forza lo sterzo tra le mani ed ero affascinato da quel mondo tanto vicino quando misterioso. Qualche anno dopo mi ritrovavo in sella alla mia prima motocicletta, una pitbike, di quelle che si mettono in mano ai ragazzini, e io, poco più che poppante mi troviamo nuovamente difronte a un amore incondizionato per qualcosa che non conoscevo. Sono bastati pochi metri per capire che anche il mondo delle due ruote faceva parte di me; altrettanti per rendermi conto che l’asfalto ha una consistenza tale da non lasciare scampo alla pelle. Primo giorno, prima caduta, primi incoraggiamenti da chi oggi mi guarda da lassù a risalire in sella. E così ho fatto. Da allora non ho più assaggiato l’asfalto, ma continuo ad assaporare il vento in faccia e quel senso di libertà che solo le due ruote sanno darmi. Una decina di anni dopo sono arrivati i 18. Li aspettavo con ansia ma solo perché sapevo che con loro sarebbe arrivata la patente. Tra le mani una MiTo con così pochi cavalli da far sembrare la Coupè una supercar, eppure la legge non mi permetteva di guidare altro. Gli anni passano, e oggi, che ne ho 26, di auto e moto ne ho viste e provate parecchie. Ho sviluppato nel tempo uno strano senso critico. E per critico non intendo tanto la capacità di giudicare quanto piuttosto una ingombrante vena polemica che spesso mi spinge a gettare fango sulle auto moderne. Sarà forse perché tra le mani ho sempre qualche intrigante youngtimer? Chissà, questa è un’altra storia. Questa è una parte di me, tanto altro lo leggerete nei vari articoli. Benvenuti su Piedi Pesanti !

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