La nuova Volkswagen Arteon è quanto di meglio possa proporre il marchio tedesco. Lo so, basta questa prefazione per farvi pensare che io sia impazzito. Errore, o forse no. Qualche settimana fa vi parlavamo di una station wagon elettrica quasi desiderabile. Si trattava della ID.3 Station Wagon che potete recuperare qui. Oggi la protagonista è un’altra tedesca, un’altra Volkswagen che per motivi di “carattere” non possiamo definire station wagon.
Alla Volkswagen Arteon non manca certo il carattere
Eh già, la Volkswagen Arteon è una vettura di carattere. Non avremmo mai pensato di poter usare parole simili verso questa tedesca eppure ho come la sensazione che in zona Wolfsburg le cose stanno cambiando. La Volkswagen Arteon in realtà è sempre stata stravagante. Un pò coupé, un pò berlina, sicuramente tanto Passat. La CC nello specifico, che sostituisce con delle insolite configurazioni che fanno gola anche ai più scettici. Non è un suv, è questa è la prima bella, anzi bellissima, notizia. L’altro aspetto positivo è la sua esclusività. Sapevate che la Arteon era già presente nei listini VW da qualche anno? No? Non c’è da stupirsi.
Vederne in strada è cosa assai rara, poche sono le Volkswagen Arteon circolanti nel Belpaese. Questa notizia non attira più di tanto la mia attenzione come d’altronde non ha fatto la sua antenata. È sempre stata qualcosa di lontano dal mio modo di vivere e vedere l’auto. Perché mai una persona sana di mente dovrebbe scegliere una Volkswagen Arteon o una Passat CC alla più comune e collaudata Passat berlina/ station? Semplice, proprio in nome di quella tanto inseguita esclusività che viene però ripetutamente “bullizzata” dalle mode. Eppure la Arteon ha fallito.
I contenuti non mancavano di certo, ma mancava qual pizzico di stravaganza per far innamorare. Questa volta le cose sono cambiate. La stravaganza porta il nome di Volkswagen Arteon Shooting Brake. Avete proprio letto bene. La “gran coupé” viene affiancata da una station sportiva che fa il verso alle recenti shooting brake made in Germany. L’anteriore molto aggressivo non nasconde una calandra di dimensioni mastodontiche e delle prese d’aria nella parte bassa che incattiviscono il tutto. La suddetta calandra però non vuole rinunciare alla “nuova firma luminosa” di Volkswagen ovvero un led che attraversa tutto l’anteriore.
Fascia led anteriore? Utile per vantarsi al bar
Non sappiamo decidere se ciò sia un bene o un male. Chi scrive non ama questa soluzione, tanto “stilosa e personale” quanto inutile. Una cosa di cui vantarsi al bar, compiacendosi di una lampadina in più, ma tutto finisce li. Tuttavia rispetto alla sorellina Golf l’integrazione sembra ben riuscita e ciò calmerà anche i più convinti detrattori. Le fiancate sinuose dissimulano bene le dimensioni e iniettano un altra dose di carattere nelle vene di questa insolita tedesca. Un gruppo attento all’innovazione è sempre rimasto sterile nei confronti della stravaganza stilistica, non stavolta. Brava VW.
Niente da contestare al posteriore, carico di una pulizia sconosciuta a molti marchi rivali. Belli i “fianchetti” pronunciati nella versione R e il taglio dei fari sottile e aggressivo. Insomma non vi nego che personalmente questa Volkswagen Arteon Shooting Brake piace e anche parecchio. Non vedo in queste prime versioni plastiche lucide dalla finta caratterizzazioni sportiva, ne cromature cafone e insensate. La scheda tecnica inoltre parla di un CX di soli 0,265, non male in questa categoria. Spostandoci internamente le cose cambiano e il rigore teutonico sale. È un tripudio di eleganza, sportività e “discrezione”.
La stessa discrezione che impedisce ai tedeschi di fare un abitacolo avvincente e intrigante. Intendiamoci. È tutto al posto giusto, non manca alcun optional o sistema di assistenza e intrattenimento, eppure si ha sempre la sensazione di stare su un’auto spenta, triste, grigia. Dal vivo le cose potrebbero essere anche diverse, ma ne dubito; ci tengo però a precisare che sarei ben felice nel ricredermi. Piacevole il volante (si spera preciso), con dei magnifici paddle in vista, e la parte alta della consolle. Meno piacevole il pomello del cambio automatico (sembra avere qualche anno alle spalle), il tunnel centrale, e il nero lucido che contorna clima e infotainment.
MQB, MQB e ancora MQB. Questa la risposta di Volkswagen al mondo dell’auto
Male, ma a tutto c’è una soluzione e la Volkswagen Arteon lo sa bene perché sotto pelle riserva diverse sorprese. La piattaforma MQB infatti ben si presta alle numerose motorizzazioni presenti nel gruppo VW. Si parte dai diesel, 2.0 TDI con potenze dai 150 ai 200cv. In Volkswagen assicurano la bontà di questo propulsore, completamente rivisto per gli ultimi moderni. Assicurano essere molto parco nei consumi e nelle emissioni quanto generoso nelle performance. I veri “cavalli” trottano e galoppano nelle versioni benzina. I 2.0 TSI sprigionano 190, 280 e ben 320cv. Numeri importanti considerato che le unità EA888 sono portatrici sane di divertimento.
Ufficialmente non si parla ancora di prestazioni, ma siamo certi che il nuovo sistema di Torque Vectoring capace di redistribuire la coppia in modo ottimale possa davvero fare la differenza. I tecnici VW fanno sapere che il sistema sarà in grado di gestire come mai prima d’ora la ripartizione della coppia tra assali e ruote. Ciò si traduce in un sensibile miglioramento del temperamento sportivo, soprattutto nelle versioni 4Motion che potranno beneficiare di una consistente dose di coppia al posteriore, cosa da non dare scontata in VW.
e-Hybrid è la scelta giusta al momento giusto
Per i più esigenti non manca l’inedita versione e-Hybrid, che promette prestazioni interessanti, consumi limitati e una e-Mode capace di percorre qualche km in modalità totalmente elettrica. 218 cavalli totali di cui 156 provenienti dal motore TSI dovrebbero garantire tutto lo spunto di cui avrete bisogno. Cambio manuale per le versioni entry level, specifico DSG a 6 marce per la ibrida e DSG a 7 rapporti per le più performanti. Concludendo questa Volkswagen Arteon soprattutto nella sua variante Shooting Brake si dimostra estremamente interessante. Le quasi infinite potenzialità di personalizzazione la renderanno abbastanza unica e magari nella sua versione R capace di 320cv anche decisamente grintosa.
È la Volkswagen che mancava nonché quella che potrebbero acquistare i più restii nell’avvicinarsi a questo marchio. Le criticità probabilmente non mancheranno. Come vi spiegavo parlando degli interni non è esente da qualche “stonatura” e il frontale seppur d’impatto è la parte meno riuscita dell’insieme. Non ci attendiamo vendite esaltanti. È l’auto di chi vuole distinguere e se c’è una cosa che il cliente VW cerca è proprio l’omologazione, quindi l’esatto opposto della Arteon.
Venderà però a chi non vuole e non cerca una VW eppure vede in lei un’auto diversa non solo per il marchio ma per il mercato intero. Ne sapremo di più tra qualche mese, ma non vi nego che un po ha conquistato anche me, profondo scettico delle potenzialità tedesche.